Far un degheyo
“Degheyo è la yassificazione della parola veneziana deghèjo sm (gerg.) che sta letteralmente per strage, massacro, furia, traducibile in un linguaggio queer con slay, e viene usato spesso nell’espressione far un deghejo per fare il diavolo a quattro, mettere sottosopra. Degheyo si focalizza sulle feste che animano l’estate della città dove i sestieri prendono vita e offrono un’autentica esperienza comunitaria costituita da volontariato, riti religiosi, feste di sagra, trucca-bimbi, letture e performance, tombole e balli di gruppo.” (dal testo di Niccolòacram Cappelletto).
“1: la preparazione; 2: la messa; 3: la coda; 4: la cena; 5: la pioggia; 6: il ballo; 7: i giochi e 8: la fine. Otto parole generative che formano il dizionario della festa estiva veneziana, che sono il possibile riassunto del “cos’è una sagra” qui in laguna. La lista non è rigida, stretta nel suo ordine, ma può variare da festa a festa: la pioggia può arrivare al mattino, interrompendo la preparazione o bagnando la messa; la cena (e la lunga coda) si possono saltare, arrivando direttamente per ballare; i biglietti della lotteria possono finire prima che si siano acquistati, lasciando con il dubbio della possibile vincita.” (dal testo di Vittorio Tommasi e Samuel Cimma)
Fotografie di Samuel Cimma
Testi di Niccolòacram Cappelletto, Vittorio Tommasi e Samuel Cimma, Riccardo Lanza
Progetto Grafico di Francesco D’Elia e Samuel Cimma